Favaro Veneto: un pò di storia…
E’ ancora incerta quale sia l’origine del nome di Favaro Veneto: per alcuni deriverebbe da “Faber” ovvero il fabbro che ferrava i cavalli presso le mansiones, le stazioni di sosta lungo le vie consolari romane; per altri farebbe riferimento alla numerosa presenza di fabbri residenti ( nella vicina Altino esistendo un collegium fabbrum, associazione che riuniva le persone che esercitavano tale professioni). Per secoli il territorio di Favaro Veneto dovette distinguersi per l’alternarsi tra terreni sopraelevati, spesso popolati da boschi, e avvallamenti paludosi, in un epoca in cui il confine tra le lagune e le terre non era ancora stato ridotto sulla linea della conterminazione, bensì costituiva una superficie estesa, mutevole e cangiante. Le opere di progressiva sistemazione idraulica, avviate dai savi della Serenissima con la diversione dei corsi d’acqua e la realizzazione del taglio del Marzenego, e proseguite fino alle grandi bonifiche otto e novecentesche, permisero di sottrarre all’acqua molta parte del territorio su cui si è nel tempo sviluppato l’abitato di Favaro.
Dei corsi d’acqua che attraversavano queste terre, goltao, Fossa Destina, Bazzera rimane oggi solo quest’ultima, divenuta funzionale allo svolgimento dell’attività agricola. I terreni guadagnati divennero proprietà delle famiglie del patriziato veneziano e delle istituzioni dello Stato, che fecero esercitare un’intensa attività agricola, in regime di mezzadria. Tali insediamenti maturarono e esercitarono nel tempo le pratiche, le abitudini, le ritualità tipiche della cultura rurale, che ancora oggi permangono vive e consapevoli.
Il nucleo centrale dell’abitato si sviluppò all’incrocio dei principali assi viari del territorio, tra la strada comunale detta di Favaro ( oggi via san donà), la via detta spigariola (oggi via triestina) la strada dei gobbi (oggi via gobbi) la strada detta desariola (oggi via altinia); qui si insediarono anche le principali funzioni civiche della comunità, nel momento in cui essa assunse funzioni amministrative e civili. In effetti dal 1819 al 1866 Favaro Veneto fu deputazione comunale sotto la reggenza austriaca e, dal 1866 al 1926 Comune del neonato Regno d’Italia , chiamato ad amministrare le località di Campalto, Tessera, Dese e Ca’ Noghera, oggi costituenti la Municipalità di Favaro Veneto.
Le attività dell’amministrazione pubblica , dapprima costretta ad una provvisoria precarietà, trovarono dimora nel palazzo municipale, edificato nel 1873 (e ampliato nel 1930), la cui facciata, di forma classicheggiante (evocante la tipologia della villa veneta di campagna) , cinge lo spazio della centrale Piazza Pastrello. Il palazzo non ha abdicato alle ragioni che lo edificarono, ospitando ancor oggi le attività istituzionali e amministrative della Municipalità. Poco più a nord di Piazza Pastrello, lungo l’odierna via Altinia, si sviluppò attorno alla Pieve di S. Andrea il primo insediamento residenziale stabile. L’attuale edificio sacro venne edificato nel 1874, accanto all’antica chiesa. Favaro Veneto, che conta oggi circa 12.000 abitanti, costituisce il centro della Municipalità, che ne conserva il nome.